NON PENSAVO DI CORRERE FINO A 40 ANNI, L’IMPORTANTE È RIMANERE COMPETITIVI

Il 16 febbraio soffierà su 40 candeline e lo attende un’altra stagione con la sua Yamaha. “La moto nuova è molto bella” ha commentato Valentino Rossi in diretta con Linus e Nicola.

Il pilota è tornato ospite a Deejay chiama Italia e si è raccontato in una lunga intervista in cui non è mancato qualche bilancio dei suoi primi 40 anni.

“Gareggiare nel Motomondiale era il mio sogno, ma non pensavo di correre fino a 40 anni, l’importante è rimanere competitivi” ha detto a Deejay chiama italiaparlando dell’imminente compleanno. “L’esperienza è importante, ma i giovani sono più coraggiosi, hanno meno paura di farsi male”. A proposito di giovani, Valentino ha indicato Bagnaia e Morbidelli tra quelli più promettenti.

Nell’intervista Rossi ha parlato anche del rivale Márquez: “E’ molto coraggioso, al punto di non aver paura, cade tanto, cerca il limite, fa queste botte incredibili con la moto. Se lo studio? Si molto, tra piloti siamo attentissimi a cosa fanno gli altri”.

ascolta l’intervista

Rossi è stato ospite di Linus e Nicola Savino a Radio Deejay: “Non pensavo che sarei arrivato a correre a 40 anni, l’importante è restare competitivi. Marquez sembra non avere paura. Bagnaia e Morbidelli i migliori giovani. Ho pianto dopo la vittoria di Marini. Hamilton? Vi racconto l’invito al Ranch…”

Qualche ultimo giorno di ferie, poi Valentino Rossi si concentrerà esclusivamente sulla nuova stagione di MotoGP. Il pilota della Yamaha, ospite a Radio Deejay con Linus e Nicola Savino, ha parlato del suo momento: dall’avvicinarsi dei 40 anni alla rivalità con Marquez, passando per i giovani talenti del Motomondiale Pecco Bagnaia, Franco Morbidelli e Luca Marini.

Come hai trascorso queste vacanze?

“Sono stato in Giamaica insieme al gruppo dell’Academy VR46. In totale eravamo 15, tutti hanno mogli, morose, bambini. Uno dei miei segreti è restare legato a un paese di provincia“.

Tu ed Hamilton riuscirete a trovare il tempo per correre insieme al Ranch?

“Lewis è sempre molto attivo e anche un po’ vanitoso. Noi italiani siamo diversi. L’ho sentito per farlo venire al Ranch, ma è sempre molto impegnato. Una volta gli ho chiesto ‘Facciamo martedì prossimo?’ e lui mi ha risposto ‘Ok, però nel pomeriggio devo partire per Miami’, di conseguenza non si è fatto ancora niente”.

Come riesci a essere ancora competitivo a quasi 40 anni?

“Trent’anni fa c’erano piloti più vecchi, perché iniziavano a correre più tardi. Adesso i piloti iniziano a correre da bambini. Non ho mai pensato che avrei corso così tanto nel Motomondiale. Non pensavo che sarei arrivato a correre a 40 anni, è una cosa un po’ atipica, l’importante è restare competitivi. Magari diventerà la normalità in futuro. Quando ho firmato il rinnovo a marzo 2018 ho riflettuto sul fatto che il biennale mi avrebbe portato a correre a 40 anni, il pensiero se farlo davvero c’è stato. Mi sono convinto, se riusciamo a migliorare la moto possiamo essere forti. Se ho fiducia? Devo avere fiducia, soprattutto in questo periodo dell’anno”.

Quanto aiuta l’esperienza in questo sport? Hai ancora paura in moto?

“L’esperienza ti porta a conoscere le piste e a lavorare bene per la gara, il giovane invece è più coraggioso, ha meno paura di cadere, se cadi quando sei giovane recuperi prima. Tutti hanno paura, chi più chi meno, è una cosa di cui si deve tener conto, poi dipende da come si reagisce, è importante avere un po’ di paura. Quando si diventa più grandi si sta più attenti, in Moto3 e Moto2 si è più matti. I piloti più coraggiosi sono giapponesi, indonesiani, hanno un limite del rischio più alto. Aggiungo anche gli inglesi, sono bravi sul bagnato perché da loro piove sempre”.

Anche Marquez è un pilota che rischia, ha una sensazione del limite superiore?

“Sì, Marc rischia tantissimo, è molto coraggioso, sembra non avere paura. E’ bravissimo, prende queste botte in pista, poi si rialza e riparte con l’altra moto. Mi capita di guardarlo? Certo, fra i piloti succede moltissimo, tutti stiamo attenti a quello che fanno gli altri. Si seguono tutti gli allenamenti dei piloti, anche sui social network. Siamo tutti molto curiosi su cosa fanno gli altri, ci seguiamo a vicenda. Ho rubato dei segreti a qualche pilota? Mi è capitato, ma sono dettagli che riguardano più che altro l’allenamento, per capire ad esempio che sport fare fuori dalla pista”.

Quali sono in questo momento i migliori giovani?

“I più forti in questo momento sono Franco Morbidelli e Francesco Bagnaia, la prossima stagione correranno in MotoGP. Per Morbidelli abbiamo lavorato affinché avesse come capotecnico Ramon Forcada, uno che conosce la M1 molto bene. Al punto che ho pensato se non fossi in conflitto di interessi con me stesso…”.

Tra i giovani più interessanti c’è anche tuo fratello Luca Marini…

“L’anno scorso è stato fortissimo, è cresciuto nella seconda parte della stagione, si è trovato bene in moto, ha fatto podi, due pole, e in Malesia ha vinto. E ho pianto un po’, mi piace molto aiutarlo. Fare un passaggio di testimone con lui in MotoGP? Chissà, se va forte potremmo anche correre insieme“.

 

 

 


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